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  • Writer's picturecristina molinari

Dammi il tuo meglio!

Dammi il tuo meglio!


Per ogni atleta dare il proprio meglio è fondamentale, sia in termini di risultati finali sia in termini di sensazioni personali: spesso una sconfitta in cui si ha la sensazione di aver dato il proprio meglio è molto più gestibile, sia a livello professionistico che amatoriale. 


Se la fiducia in se stessi è fondamentale per dare il proprio meglio, lo è altrettanto la fiducia del proprio staff e team di lavoro. 


Prima di proseguire, guarda questo video, uno spezzone del film “Affrontando i giganti” un po’ datato ma sempre attuale.



Personalmente ogni volta che vedo questa parte del film mi emoziono, perché lo trovo un vero e proprio esempio di come si lavora con gli atleti. 


Chi fa il mio lavoro, e anche allenatori, preparatori, nutrizionisti, massaggiatori e a più ampio spettro giornalisti, commentatori e cronisti, ha sempre la possibilità di scegliere tra due atteggiamenti (con diverse sfumature) che posso riassumere in questo modo: 


  • spingere l’atleta a dare il massimo, esprimendo un potenziale che lo stesso atleta ignora ed esercitando una curiosità di base sui possibili sviluppi tecnici, fisici e attitudinali dell’atleta

  • decidere a priori fino a dove l’atleta potrà arrivare e stabilire quindi dei limiti in modo arbitrario


Sebbene messi su carta sia evidente che la prima strada sia preferibile, mio malgrado spesso la seconda è la più battuta. 

Non si tratta di cattiveria, o di malafede, ma di base di una profonda inconsapevolezza che potenzialmente fa più danni di uno tsunami. 


A volte poniamo limiti cercando di evitare un ipotetico dolore a qualcuno, a volte cercando di fare “la cosa giusta”, a volte perché ci sembra la cosa più conveniente, a volte perché crediamo non ci siano alternative, tuttavia non dovremmo mai dimenticare che le persone con cui abbiamo a che fare hanno un grande super potere: quello di stupirci, se non permettiamo loro di farlo. 


In una delle scuole che ho frequentato, mi hanno insegnato a verificare il potenziale dell’atleta con il suo staff tecnico, ma è un’indicazione che ho imparato ad ignorare: chi sono io per stabilire fin dove tu potrai arrivare? 


Nessuno! Non posso farlo! Non devo farlo!


Ecco uno degli aspetti che davvero mi affascina del mio lavoro, è la curiosità di scoprire insieme agli atleti che seguo dove possono arrivare oggi, e poi dove potranno arrivare domani e via di seguito. 


Io stessa devo molto a chi, lavorando con me, ha sospeso il giudizio ed è stato curioso di vedere dove sarei arrivata, e dove arriverò. 


E tu sai esercitare la curiosità o tendi a mettere limiti dove non ce ne sono? 




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