Negli anni 30, in ambito psicologico, fu elaborata una teoria per la quale l'allenamento era la chiave per arrivare alle vette in qualsiasi performance, prescindendo da qualsiasi forma di talento.In altre parole, paragonando due persone, di cui una talentuosa e una no, quella non talentuosa avrebbe potuto emergere a patto che si allenasse con costanza ed ostinazione.
Questa ipotesi fu riproposta dallo psicologo svedese Anders Ericsson e poi fu conosciuta grazie al libro "Fuoriclasse. Storia naturale del successo" di Malcom Gladwell.
Il giornalista Malcom Gladwell, quantifica la pratica costante per arrivare al successo in qualsiasi disciplina in 10.000 ore, grazie ad una serie di esempi concreti.
Personalmente questa teoria mi ha sempre affascinata, e anche se online oggi trovi molte critiche e smentite credo che le 10.000 ore siano da considerare, tuttavia non sono sufficienti.
In merito a questo voglio soffermarmi sul concetto di pratica deliberata.
La pratica deliberata consiste nel praticare volontariamente un gesto tecnico, un allenamento muscolare, o qualsiasi tipo di abilità: se siamo costretti non è pratica deliberata.
Vediamo un esempio pratico: viviamo a Roma e ci spostiamo con i mezzi pubblici.
La fermata della metro dista 2 km da casa, così tutti i giorni camminiamo per 4 km, 2 al mattino e 2 alla sera.
Questa non è una pratica deliberata.
Significa che quella camminata non mi fa bene o non allena i muscoli? No, ma significa che nel tempo mi abituerò a farla e per il mio corpo sarà routine e non allenamento.
Nel momento in cui scelgo di fare 4 km al giorno come pratica deliberata, creo le condizioni affinché questa camminata sia sfidante: aumento il ritmo e la velocità, cerco una maggiore pendenza del terreno, aggiungo pesi o cose simili.
Quando iniziamo a fare qualcosa di nuovo, di solito è pratica deliberata, poi nel tempo se continuiamo a farlo nello stesso modo si trasforma in un'abitudine e vengono a mancare le caratteristiche della pratica deliberata.
Considerando questo, la pratica deliberata richiede un grande sforzo e secondo Andres Ericsson nemmeno gli atleti più grandi riescono a farla per più di 3 ore al giorno.
In questo modo la teoria delle 10.000 ore assume contorni differenti perché per maturare quelle ore di pratica deliberata occorrono 9 anni, non è possibile condensarle!
Un'altra osservazione importante riguarda l'allenamento o il concetto di ripetizione: siamo certi che ripetendo un gesto arriveremo a compierlo in modo magistrale?
La mia risposta è sì, solo se ripetiamo il gesto nel modo corretto, in caso contrario arriveremo a compiere un errore in modo magistrale.
Tempo fa ad un corso, Sergio Borra disse: "la ripetizione non porta alla perfezione, la ripetizione perfetta porta alla perfezione"
Perché questo è importante?
Perché se ci alleniamo molto, impegnandoci a fondo, ma ripetiamo un errore, compromettiamo il nostro miglioramento e rendiamo automatico quell'errore.
Quindi dobbiamo allenarci? Ovviamente si
E come possiamo farlo al meglio?
Attiva un sistema di feedback e auto feedback funzionale: cosa sto facendo bene? Cosa posso migliorare?
Formula bene i tuoi obiettivi e concentrati sugli obiettivi performance e gli obiettivi processo
Usa l'allenamento ideomotorio
Allenati ad entrare in high performance state
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